29 aprile 2017 – I recitativi

Nel corso della commemorazione, gli attori Barbara e Claudio, di Vertex Teatro, hanno recitato alcuni brani significativi.


ERNESTO SOLARO – aprile 1945

(letto dopo la proiezione del video su Carlo Borsani)

I veri ribelli siamo noi. Noi globalmente chiamati nazi-fascisti.
In realtà ci ribelliamo all’opinione universalmente diffusa di essere ormai boccheggianti e prossimi alla fine.
Ci ribelliamo all’idea di non aver più nulla da fare contro un cumulo di nemici potentissimi.
Ci ribelliamo alle prospettive di tremende punizioni che ci attenderebbero a breve scadenza. Ci ribelliamo pure all’antipatia e al vuoto che ci crea attorno una turba di vigliacchi timorosi persino di riconoscere almeno il nostro valore con una parola, un sorriso.
Noi siamo i veri ribelli!
Per gli altri è facile farsi chiamare ribelli. È piacevole farsi chiamare ribelli quando si è circondati dalle premure di tanti pavidi che intendono crearsi benemerenze.
NO, non sono ribelli questi opportunisti degli eventi contingenti, che la pensano come la preponderante parte della popolazione mondiale. In realtà non sono ribelli quegli sciagurati nostrani che allargano le ferite della Patria martoriata.
I veri ribelli siamo noi. Ribelli contro un mondo vecchio di egoisti, di privilegiati, di conservatori, di capitalisti oppressori, di falliti sistemi, di superate ideologie, di dottrine ingannatrici, dei falsi e dei bugiardi. Ribelli insomma contro il mondo dell’ingiustizia.
Ribelli in nome di una santa causa, di una società giusta e ordinata, di rispetto del lavoro, di dignità nazionale, di amore alla Patria, al nucleo famigliare, alle onorevoli ed egregie cose intraprese nella vita.
Ribelli di fede. Ribelli che non misurano gli ostacoli, che non si soffermano sulle prospettive. È la fede che trasfonde nei nostri cuori la certezza della vittoria, accesa come una fiaccola ardente, anche nel buio della sfortuna.
Certezza che crea la carta buona, l’ultima carta, quella del trionfo…


GABRIELE D’ANNUNZIO

(recitato a due voci – letto dopo la proiezione del video sugli anni ’70)

Beati quelli che più hanno, perché più potranno dare e più potranno ardere.
Beati quelli che hanno venti anni, una mente casta, un corpo temprato, una madre animosa.
Beati quelli che, aspettando e confidando, non dissiparono la loro forza, ma la custodirono nella disciplina del guerriero.
Beati quelli che disdegnarono gli amori sterili per essere vergini a questo primo e ultimo amore.
Beati quelli che, avendo nel petto un odio radicato, se lo strapperanno con le lor proprie mani; e poi offriranno la loro offerta.
Beati quelli che, avendo ieri gridato contro l’evento, accetteranno in silenzio l’alta necessità e non più vorranno essere gli ultimi ma i primi.
Beati i giovani che sono affamati e assetati di gloria, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché avranno da tergere un sangue splendente, da bendare un raggiante dolore.
Beati i puri di cuore, beati i ritornanti con le vittorie, perché vedranno il viso novello di Roma, la fronte ricoronata di Dante, la bellezza trionfale d’Italia


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