Chi era

Chi era

Storia->Chi era Sergio Ramelli era un ragazzo come tanti altri, che viveva i suoi 18 anni diviso tra lo studio, la passione per il calcio (giocava nelle squadre di quartiere, come si vede nelle foto), la fidanzata e... la militanza politica nel Fronte della Gioventù. Frequentava l’Istituto tecnico Molinari di Milano, quando fu bollato con il marchio di “fascista” solo per aver scritto un tema in classe in cui biasimava gli omicidi delle Brigate Rosse. Erano gli anni Settanta, gli anni in cui vigeva la barbara legge dell’ “antifascismo militante” in base alla quale chiunque non…Read more

Le condanne

Storia->Le condanne Il processo per gli assassini di Sergio Ramelli si trasformò in un grande lavacro della coscienza sporca della sinistra italiana. Per settimane, infatti, i giornali furono pieni di servizi speciali dedicati alle violenze degli anni Settanta. Inutilmente opinionisti e cattivi maestri di ogni genere cercarono di difendere “il contesto storico” in cui quell’omicidio era avvenuto. Si incominciò così a ricostruire la storia di quegli anni in cui tanti giovani urlavano che “uccidere un fascista non è reato” sentendosi emuli delle “gloriose gesta” dei partigiani e godendo dell’impunità, della complicità e persino del…Read more

Gli assassini

Storia->Gli assassini Nessuno degli aggressori di Sergio provò un benché minimo senso di orrore, di smarrimento o di pentimento dopo l’aggressione. Pur sapendo che quel ragazzo che avevano colpito era morto, nessuno pensò di costituirsi o di abbandonare il branco assassino, anzi, continuarono a pestare “fascisti” anche nei giorni in cui Sergio era all’ospedale e, un anno dopo, erano ancora tutti insieme ad assaltare un bar dove ferirono decine di persone una delle quali rimase tutta la vita paralizzata. La loro unica “preoccupazione”, semmai, era quella di non farsi prendere; preoccupazione inutile perché…Read more

L’aggressione

Storia->L'aggressione Sergio Ramelli fu costretto a cambiare scuola, ma non volle tradire i suoi amici e le sue idee continuando a frequentare il Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del MSI. Questa sua semplice coerenza, questo suo giovanile coraggio gli valsero la condanna a morte dei “nuovi partigiani”. Identificato, minacciato, inseguito, poi aggredito in un bar, insieme al fratello e, infine, atteso sotto casa, il 13 marzo 1975. Per colpirlo si era mosso un commando di 10 persone che neppure lo conoscevano e che utilizzarono una foto “segnaletica” scattata da un suo compagno di…Read more